
Come fare la contabilità familiare
Il bilancio familiare: come far quadrare i conti
Avete mai pensato alla famiglia come a un’azienda? Forse no, eppure la famiglia è a tutti gli effetti un soggetto economico e, anche se le sue finalità sono diverse da quelle di un’impresa, l’equilibrio finanziario è un obiettivo necessario per il suo benessere e la sua solidità.
Perché è bello viaggiare ed esplorare il mondo, andare a cena fuori, al cinema e a teatro, ma ci sono anche le bollette da pagare, l’affitto, l’assicurazione e tante altre spese. È quindi molto importante saper amministrare le risorse disponibili e tenere sotto controllo i costi per evitare di trovarsi impreparati davanti a spiacevoli sorprese.
Può accadere, infatti, che nel tempo si debbano affrontare momenti di difficoltà economica, e in questi casi la pianificazione finanziaria può venire in aiuto consentendoci di calcolare quante spese sono state sostenute e quante se ne possono ancora sostenere, evitando fasi di criticità.
Il bilancio familiare: cos’è e come si fa
Un valido strumento per gestire al meglio le risorse domestiche è il bilancio familiare, cioè l’insieme delle entrate e delle uscite mensili classificate in categorie e lo stato patrimoniale della famiglia, l’insieme dei beni e dei debiti che abbiamo.
Il bilancio familiare, infatti, non coincide con il saldo del conto corrente. Spesso ci limitiamo a guardare il saldo del nostro conto e in base al suo valore decidiamo se possiamo permetterci o meno di acquistare un cellulare o di partire per una località esotica. In realtà quei soldi magari sono i nostri risparmi accumulati nel tempo, o sono un regalo o provengono da un’eredità. Quindi rappresentano il nostro stato patrimoniale, non il bilancio.
Fare il bilancio significa considerare tutte le entrate, come lo stipendio o altre forme di reddito, e le uscite, opportunamente classificate.
Per quanto riguarda le entrate, bisogna distinguere le entrate da professione, cioè lo stipendio, e le entrate automatiche o passive, cioè quelle che non dipendono direttamente dal tempo che si dedica a una determinata attività, ad esempio affitti, interessi attivi…
Anche per quanto riguarda i debiti, esistono quelli buoni, utili a generare altre entrate (come il mutuo per un immobile messo in affitto) e quelli cattivi, cioè che non portano alcun guadagno (per esempio il debito per andare in vacanza o acquistare una macchina).
Possiamo dividere le entrate a seconda della cadenza temporale: alcune sono mensili (stipendi, rendite immobiliari, vitalizi…), altre annuali (interessi azionari, interessi fiscali…). È importante fare affidamento solo sulle entrate certe, le altre possono essere considerate solo come margine per il risparmio. All’inizio dell’anno si può quindi tracciare un bilancio preventivo per sapere di quale budget, orientativamente, si disporrà nei dodici mesi che seguono.
Entrate:
- Stipendio
- Rendite da affitti o altro
- Altre entrate (vincite, rimborsi, premi…)
Poi bisogna quantificare le uscite, distinguendo tra spese necessarie (affitto di casa, mutuo, spese condominiali, cibo, trasporti, utenze domestiche…) e spese non necessarie (colazioni al bar, cene al ristorante, cinema…). Alcune di queste incidono mensilmente sulla famiglia, altre invece no. Sempre a inizio anno, si fa una stima previsionale di tutte queste spese sulla base di quanto già speso nell’anno precedente.
Uscite:
- Mutuo o affitto
- Bollette utenze
- Assicurazione auto/moto
- Spesa alimentare
- Spese scolastiche
- Spese mediche
- Spese per la casa
- Trasporti
- Cura della persona
- Abbigliamento e calzature
- Attività ricreative: spettacoli, cinema…
- Tempo libero (cene, aperitivi…)
- Bevande, alcolici, tabacchi
Si possono mettere anche in conto delle spese straordinarie, come l’acquisto di un nuovo elettrodomestico, o una spesa medica imprevista, un guasto alla macchina…
Fatta la previsione, bisogna dividere la cifra annuale in quote mensili, come si è fatto per il reddito.
Si può poi provare a elaborare una strategia di gestione: per evitare che a fine mese il saldo sia negativo (ossia che le entrate non riescano a compensare le spese e quindi si sia costretti a fare debiti o ad attingere al patrimonio) se non si possono aumentare le entrate, allora bisognerà cercare di contenere le spese.
I vantaggi del bilancio familiare
Spesso ci sembra di spendere tanti soldi e di non averne mai abbastanza per soddisfare dei piccoli piaceri o per goderci un po’ la vita. Ciò in parte è dovuto alla nostra scarsa capacità di gestire con consapevolezza il denaro, ma è anche vero che strumenti di pagamento come la carta di credito ci privano di quel senso di autocontrollo che normalmente proviamo quando tiriamo fuori le banconote dal portafoglio.
Tenere un bilancio familiare ci permette di sapere esattamente cosa accade nella nostra vita: smetteremo finalmente di chiederci che fine hanno fatto i nostri soldi o come li abbiamo spesi. Avere un budget chiaro in mente consente di tagliare le spese superflue e di risparmiare per realizzare dei progetti più importanti per il nostro futuro.
E soprattutto, ci consente di stabilire obiettivi e traguardi. Ad esempio, se già sappiamo di dover acquistare una nuova auto nel giro di pochi anni, il bilancio ci aiuterà a mettere da parte un certo importo per essere sicuri di poter fare l’acquisto al momento opportuno.
O, nel caso in cui pensiamo di comprare una casa, avremo chiaro di quanti aperitivi o cene dovremo fare a meno per raggiungere il nostro obiettivo prima possibile.
Gestire un bilancio familiare non significa necessariamente risparmiare rinunciando ai bisogni e ai desideri. Essere diligenti nel registrare cosa abbiamo acquistato, confrontarlo con le spese del mese precedente è un esercizio di disciplina mentale che ci costringerà a mettere ordine nelle nostre abitudini di consumatori.
Il controllo e la gestione della contabilità familiare e personale portano benefici che si vedono nel tempo:
- disporre sempre di un risparmio accantonato su cui fare affidamento in caso di necessità,
- farsi un bel regalo: i soldi risparmiati in un anno possono permetterci l’anno successivo di regalarci un posto in tribuna, un viaggio o altro ancora.
La regola del 50-20-30
Gestire le risorse familiari può sembrare un’impresa ardua, ecco perché esistono alcune soluzioni che possono venire in aiuto. Ad esempio, un’economista e senatrice americana, Elizabeth Warren, ha ideato la regola del 50-20-30, diventata in poco tempo un caposaldo della gestione familiare, soprattutto in America.
Il nome scelto per questa regola consiste nelle percentuali di distribuzione ottimale del budget familiare per le varie voci di spesa. L’economista sostiene che il bilancio familiare deve rispettare il più possibile queste percentuali:
50% del reddito: la metà del budget mensile a disposizione deve essere utilizzato per le spese essenziali;
20% del reddito: una parte del budget disponibile dovrebbe essere risparmiato, oppure destinato all’investimento e al raggiungimento di determinati obiettivi finanziari. Ma prima di tutto questa parte di reddito vi deve servire per abbattere eventuali debiti;
30% del reddito: la parte restante dovrebbe essere utilizzata per le “spese superflue”, come ad esempio per andare a mangiare fuori o per vedere un film al cinema con gli amici.
Proviamo a rispettare la proporzione fissata dalla regola adattandola alle nostre priorità. In questo modo la gestione del bilancio familiare sarà più semplice. Tenere un bilancio familiare non è complicato, lo sforzo maggiore consiste nel farlo per lungo tempo e nel saperlo utilizzare per capire come spendiamo i nostri soldi e come possiamo risparmiare. Tutti noi vogliamo vivere sempre meglio e avere la serenità finanziaria è un modo per riuscirci.