>
logo Finson.com utilizza i cookies per facilitare la tua navigazione, raccogliere dati statistici aggregati per migliorare il sito e mostrare annunci promozionali mirati anche nei siti dei partner. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner acconsenti all'uso dei cookies. Puoi conoscere i dettagli consultando la nostra cookie policy estesa.
Software gestionali e personali per Windows

Il Fondo Impresa Femminile

Come favorire la presenza delle donne in aziende e startup

 

L’imprenditoria femminile fa sempre fatica a trovare la sua strada e a procedere spedita. Proprio per questo, il Ministero dello sviluppo economico ha stanziato 200 milioni di euro con Il Fondo Impresa Femminile. Si tratta di contributi a fondo perduto per finanziare startup create da donne. Ogni tanto una buona notizia!

Il Fondo Impresa Femminile è stato istituito quest’anno con una dotazione di 200 milioni di euro. Quaranta di questi erano già stati stanziati con la Legge di bilancio 2021. Le altre risorse sono arrivate nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e, con un decreto del 30 marzo, sono stati stabiliti i termini e le modalità per la presentazione delle domande.

L’obiettivo del Mise è sostenere almeno 2400 imprese femminili. In particolare, intende promuovere la realizzazione di progetti imprenditoriali innovativi, supportare le startup femminili con attività di mentoring, assistenza tecnico-manageriale e misure per la conciliazione vita-lavoro, creare un clima culturale favorevole che valorizzi l’imprenditorialità femminile attraverso misure di accompagnamento, monitoraggio e campagne di comunicazione.

Fondo Impresa Femminile: a chi si rivolge

Il Fondo sostiene le imprese femminili e le lavoratrici autonome.

Per impresa femminile si intende:

  • la società cooperativa e la società di persone in cui il numero di donne socie rappresenti almeno il 60% dei componenti la compagine sociale;
  • la società di capitale le cui quote di partecipazione spettino in misura non inferiore ai due terzi a donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne;
  • l’impresa individuale la cui titolare è una donna.

L’impresa può avere le seguenti forme giuridiche: società di persone, società cooperative, società di capitali, ditte individuali e attività di libera professione (partita IVA senza iscrizione al registro delle imprese). Il Fondo sostiene le imprese femminili di qualsiasi dimensione, già costituite o di nuova costituzione, con sede in tutte le regioni italiane.

Quanto finanzia

Nel caso di nuova impresa o di un’impresa costituita da meno di 12 mesi, il contributo a fondo perduto copre:

  • fino all’80% (90% per le donne disoccupate) delle spese per progetti fino a 100.000 euro per un tetto massimo di 50.000 euro,
  • fino al 50% delle spese per progetti fino a 250.000 euro, fino a un massimo di 125 mila euro.

Nel caso di impresa attiva da più di 12 mesi, si possono presentare progetti d’investimento fino a 400 mila euro per sviluppare nuove attività o per ampliare attività esistenti. In questo caso, il Fondo prevede un mix di contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso zero, con una copertura fino all’80% delle spese ammissibili, per un massimo di 320 mila euro, da rimborsare in otto anni.

In entrambi i casi, non è richiesto un valore minimo del progetto, che dovrà essere realizzato in 24 mesi. Sono finanziabili le spese per l’investimento e il costo del lavoro. Si possono includere anche le spese per il circolante, entro un massimo del 20% del programma di spesa ammissibile (o del 25% per le imprese con più di 36 mesi). Solo per le imprese con oltre 36 mesi di vita il contributo al circolante è concesso interamente a fondo perduto.

Ai progetti ad alta tecnologia è assegnata una premialità in termini di punteggio aggiuntivo.

Cosa finanzia

Il Fondo Impresa Femminile prevede delle agevolazioni per le spese relative a:

  • immobilizzazioni materiali (attrezzature, impianti, macchinari nuovi di fabbrica) purché coerenti e funzionali all’attività d’impresa, a servizio esclusivo dell’iniziativa agevolata;
  • immobilizzazioni immateriali necessarie all’attività oggetto dell’iniziativa agevolata;
  • servizi in cloud funzionali ai processi fondamentali della gestione aziendale;
  • personale dipendente assunto a tempo indeterminato o determinato dopo la data di presentazione della domanda e impiegato funzionalmente nella realizzazione dell’iniziativa agevolata;
  • esigenze di capitale circolante nel limite del 20% per le imprese costituite da non più di 36 mesi alla data di presentazione della domanda e del 25% per quelle costituite da più di 36 mesi.

Quali sono i settori

Si possono chiedere agevolazioni per tutte le iniziative che prevedono programmi di investimento per la costituzione e l’avvio di una nuova impresa femminile, relative:

  1. alla produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli;
  2. alla fornitura di servizi, in qualsiasi settore;
  3. al commercio e turismo.

Come si presenta la domanda

La presentazione della domanda prevede una prima fase di compilazione e un successivo invio da effettuare sulla piattaforma online di Invitalia, attivata in funzione delle date di apertura dello sportello.

L’apertura dello sportello prevede due fasi successive:

  • per le nuove imprese, o costituite da meno di 12 mesi, la compilazione è già disponibile dal 5 maggio 2022. La presentazione della domanda può essere inviata dalle ore 10.00 del 19 maggio 2022, collegandosi all’indirizzo https://invioprogettistart.invitalia.it che verrà attivato in concomitanza con l’apertura dello sportello.
  • Per le imprese avviate, costituite da oltre 12 mesi, la compilazione sarà disponibile a partire dalle ore 10.00 del 24 maggio 2022, mentre la presentazione dalle ore 10.00 del 7 giugno 2022.

L’imprenditoria femminile nel mondo

In tutto il mondo la forza lavoro è composta più da uomini che da donne e, a parità di mansioni, le lavoratrici guadagnano meno dei lavoratori. Fa eccezione solo l’Asia, dove in alcuni Paesi le imprenditrici sono più numerose degli imprenditori.

Anche per quanto riguarda le startup, la situazione nel mondo non è diversa: negli Stati Uniti, il 71% non ha donne nel board e il 57% non ne ha nelle posizioni di vertice. Va meglio, invece, in Cina e Gran Bretagna.

Ad aggravare la situazione ci ha pensato la pandemia. Uno studio realizzato da Accenture e Quilt.AI insieme a Women20 (W20) ha mostrato come la diffusione del Covid-19 abbia ulteriormente aumentato il divario tra uomini e donne, accrescendo il tempo necessario per raggiungere la parità di genere: ci vorranno 51 anni per ultimare il cammino, dal 2120 al 2171.

Inoltre, i guadagni delle donne sono diminuiti del 63% più velocemente rispetto a quelli degli uomini e le donne hanno il 79% di probabilità in più di essere licenziate rispetto ai colleghi maschi.

Per fortuna, ci sono anche segnali positivi: il 2021 ha segnato un nuovo record di exit di startup fondate da donne con sede in Europa: 23 operazioni chiuse con successo. Ma la strada è ancora lunga, basti pensare che dal 2000 ad oggi le exit di startup femminili rappresentano solo il 3,8% di tutte le exit europee.

Eppure le donne hanno svolto sempre un ruolo prioritario in molti campi  e, anche se non sempre i loro nomi sono noti, molte hanno contribuito a gettare le basi per tecnologie essenziali, come i motori di ricerca e gli smartphone.

L’imprenditoria femminile in Italia

L’Italia è in linea con il resto dell’Occidente. I dati dell’Osservatorio sull’imprenditoria femminile di Unioncamere testimoniano che su 6 milioni di imprese in Italia, solo 1,3 milioni sono guidate da donne e meno di 154mila sono quelle giovanili, rispettivamente il 22% e il 2,6% del totale. La classifica è guidata dalla Lombardia, con oltre 180 mila, ma occupano una buona posizione anche le Marche, che con oltre il 27% delle aziende rappresentano l’area italiana a più forte penetrazione femminile.

Nelle startup, la presenza femminile è addirittura inferiore alle aziende. Eppure alcune ricerche internazionali rivelano che le startup fondate anche da donne hanno maggiore probabilità di ricevere investimenti rispetto a quelle costituite da soli uomini.

C’è ancora un lungo percorso da compiere. Di certo c'è che l'imprenditoria femminile è sempre più di qualità. Sta cambiando, infatti, la natura delle imprese a guida femminile, e dai tradizionali settori del commercio e dell’assistenza si sta spostando sempre di più verso i settori tecnologici e innovativi: + 9,13% le imprese a carattere tecnico e scientifico, + 7% le imprese a carattere finanziario.

Le donne entrano sempre di più nei settori a maggior valore aggiunto dove sono richieste competenze elevate, contribuendo sempre più alla vita economica e sociale del nostro Paese.

Ti è piaciuto l'articolo? Condividilo con i tuoi amici!

Contatto telefonico